Il Paesaggio Invisibile
Come in Blow up di Antonioni la storia comincia da un casuale ingrandimento fotografico che suggerisce una singolare somiglianza tra alcuni paesaggi del Montefeltro e quelli dipinti da Piero della Francesca nei Dittici dei duchi conservati agli Uffizi, da molti e per molti anni prevalentemente considerati come dei paesaggi ideali. Fin qui la coincidenza scoperta potrebbe essere solo una osservazione superficiale, magari dettata da affetto e amor di patria. Ma le due autrici non placano facilmente la loro curiosità e cominciano una ricerca appassionata quanto faticosa tra le colline e le rupi feltresche per trovare il punto di osservazione dal quale Piero può aver dipinto i suoi paesaggi. Il libro è la storia avventurosa di questi tentativi; delle scarpinate, delle analisi dei dati al computer di una pittrice-fotografa e di una geomorfologa che mescolano le reciproche competenze per verificare, attraverso un percorso logico e scientifico stringente, continuamente in dialogo con gli elementi che di volta in volta emergono dalle indagini, la fondatezza della loro prima intuizione. Il diario di un’avventura intellettuale che è anche la proposta per una nuova disciplina: l’archeologia dei paesaggi. E di una nuova passione: il landscape busting.
Monna Lisa Addio
Chi è la “Gioconda”? Per chi fu dipinta? Perché sono nate così tante leggende intorno all’opera? Il dubbio su chi sia la donna con il sorriso più enigmatico al mondo, che adesso ha trovato anche una “gemella spagnola”, appassiona e affascina da quasi 500 anni gli storici dell’arte e il pubblico. Tante ipotesi sono state fatte sul dipinto ma il suo mistero sembra non esaurirsi mai& Finalmente lo storico Roberto Zapperi, all’interno del suo libro molto discusso in Germania e adesso pubblicato in Italia, ci rivela i segreti del quadro spiegandoci per chi fu realizzato e chi doveva rappresentare. Attraverso una storia avventurosa che parte dalla Firenze di Giuliano de’ Medici duca di Nemours, passa per la corte di Urbino, tra storie d’amore e figli illegittimi, e approda in Francia, Zapperi ricostruisce la vera storia della “Gioconda” liquidando così la vecchia tesi che la identificava con il ritratto di Monna Lisa.
CODICE P
Da oltre cinquecento anni gli storici dell’arte hanno cercato di collocare geograficamente i paesaggi che ispirarono pittori rinascimentali come Piero della Francesca, Raffaello e Leonardo da Vinci. Mentre la gran parte è arrivata alla conclusione che si trattasse di paesaggi immaginari, due cacciatrici di paesaggi, Rosetta Borchia e Olivia Nesci, pittrice e fotografa del paesaggio la prima, geomorfologa e docente all’Università degli Studi di Urbino la seconda, li hanno ritrovati in spazi reali e tangibili nascosti tra le colline del Montefeltro, a cavallo tra Marche, Toscana ed Emilia Romagna. Quelle rupi, quelle colline, quei fiumi erano sotto gli occhi di tutti ma nessuno li vedeva. L’Atlante vuole dimostrare la scoperta delle cacciatrici di paesaggi attraverso illustrazioni che mostrano ingrandimenti del dipinto più noto del mondo e foto del paesaggio. Le due cacciatrici ci mostrano con metodologia come Leonardo abbia utilizzato un codice complesso attraverso il quale a volte comprimeva e altre espandeva la morfologia del paesaggio reale. Grazie alle moderne tecnologie, la metodologia, sperimentata per la prima volta nell’analisi dei “luoghi d’arte”, rappresenta un settore innovativo nelle ricerche di Geomorfologia Culturale e Archeologia del paesaggio e pone le basi scientifiche per indagini future non solo limitate ai territori del Montefeltro.
Raffaello e luce sia
Non siamo mai soli nella ricerca della verità, perché anche la verità ci cerca. E i paesaggi che fanno da sfondo o da cornice a quindici famosi capolavori di Raffaello Sanzio, una delle stelle più luminose del nostro Rinascimento, si sono svelati in tutta la loro grandiosità a due studiose, due “Cacciatrici di Paesaggi”: Rosetta Borchia, formatasi all’Accademia di Belle Arti di Urbino, pittrice e fotografa, appassionata di botanica, e Olivia Nesci, geomorfologa dell’Università di Urbino. Entrambe già autrici di altri volumi e pubblicazioni scientifiche dedicate ai paesaggi che incorniciano le opere immortali di Leonardo da Vinci e di Piero della Francesca. E luce sia allora… anche sui luoghi delle terre del Ducato di Urbino dipinti da Raffaello e proprio nell’anno 2020 in cui si celebra il 500° della sua morte.